Intervista a Federica Crispo, illustratrice autodidatta dallo stile onirico

Piccole teste su corpi giganteschi che fluttuano nell’aria sfidando la gravità o che sembrano voler uscire dai bordi della carta beige che Federica Crispo predilige come base per lavorare. I protagonisti dei suoi disegni onirici vengono messi alla prova con piccole ma efferate torture, metafore di conflitti interiori che talvolta tutti proviamo. Giganti buoni vittime del loro stesso candore ma che sanno affrontare con ottimismo il proprio destino. A questo mondo appartiene anche l’header che Federica ha realizzato in esclusiva per i lettori di Picame.

Per farvela conoscere meglio le ho rivolto qualche domanda.

Ciao Federica. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao! Sono Federica, ho 26 anni e vivo a Salerno. Sto per laurearmi in Architettura a Napoli e quindi per adesso le mie giornate sono divise tra illustrazione e, ahimè, tesi.

Come descriveresti il tuo stile?
Non avendo avuto una formazione accademica poiché ho frequentato e frequento tutt’ora un’università molto distante dalla mia idea di illustrazione, ho impiegato tantissimo tempo a cercare uno stile personale, studiando autonomamente e sperimentando tantissimo per cercare di sfuggire alla freddezza del disegno tecnico. Se guardo indietro nel mio percorso da autodidatta vedo tante tecniche e stili che, anche se non utilizzo più, sono stati fondamentali nella mia formazione. Ora mi sento molto a mio agio in quello che faccio, ho trovato un linguaggio visivo che riesce a dare forma alle mie idee ma non accantono la possibilità di sperimentare e cambiare di nuovo. Se dovessi scegliere una parola soltanto per descrivere il mio stile, forse userei “onirico”.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
All’inizio credevo che la fonte d’ispirazione principale di un illustratore fosse la propria interiorità, le proprie sensazioni. Gioia, dolore e soprattutto malinconia, erano il motore principale dei miei disegni. Col tempo ho iniziato a rivolgermi più verso l’esterno. Guardare i lavori altrui e gli altri illustratori è sicuramente la cosa che mi ispira di più. Non posso non citare Gabriel Pacheco, Monica Barengo, Joanna Concejo e Owen Gent che hanno influenzato e influenzano anche adesso i miei lavori. Poi sicuramente non posso rinunciare alla musica, come il cantautorato, ma anche il prog e il punk, a modo loro ispirano i miei disegni e mi accompagnano durante la realizzazione.

Quale tecnica utilizzi?
Utilizzo quasi sempre una tecnica mista: prima disegno a matita e poi coloro in digitale, aggiungendo texture di vario genere.

Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Giulia Pastorino, perché adoro i suoi personaggi e i colori che sceglie, mi sento sempre una bambina quando guardo le sue illustrazioni. Eleonora Simeoni, un’illustratrice che ho conosciuto di recente, anche lei dà forma a personaggi davvero molto particolari e in più riesce a creare delle atmosfere surreali che adoro. Michela Salvagno perché è una delle poche artiste che conosco in grado di creare in ogni disegno un equilibrio perfetto tra forme e colori.

Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.

Per quanto riguarda uno strumento tradizionale, direi la carta che utilizzo, che ha una particolare colorazione tendente al giallino. Per il digitale direi la mia tavoletta grafica.

Quanto è importante per un artista la presenza sui social media? E quali altri modi ti sono stati utili per promuovere i tuoi lavori con successo?

Un tempo avrei detto che non è necessario avere un social, ma l’esperienza mi ha dimostrato il contrario. Non solo perché ti dà la possibilità di farti conoscere, ma anche perché ti dà la possibilità di conoscere gli altri, artisti e non. Molti dei miei disegni a cui sono più affezionata sono nati da un confronto con persone che non avrei potuto conoscere se non attraverso i social. Un metodo che io ritengo anche più valido è esporre nella propria città, anche in piccoli locali o piccole librerie, preferibilmente in esposizioni collettive. Questo mi ha permesso di avere un confronto diretto con persone reali e anche di conoscere artisti meravigliosi.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Sicuramente non c’è ordine. Sono una di quelle persone che se non ha tutto sott’occhio poi lo perde. Per questo sulla mia scrivania ci sono tutti i colori possibili e immaginabili, la maggior parte dei miei disegni, libri, cd e vinili, tanto cibo e a volte anche i miei gatti.

Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Mi piacerebbe riuscire a finire un progetto che ho iniziato sulle fobie. Il protagonista è un piccolo alberello in fuga che cerca di raggiungere una porta minuscola. Ogni disegno è la rappresentazione di una fobia. Oltre a questo, vorrei concudere una storia per bambini che ho lasciato a metà.

Potete scoprire tutti gli altri disegni di Federica sul suo sito e seguirla su Instagram.

Art director e web designer, diplomato in scenografia con esperienze di teatro, fumetto, animazione, illustrazione e scultura. Scrive per Picame dal 2015.

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