Storie di foreste e di muse assopite: Joanne Nam

da | 12/03/2019 | Arte, Illustrazione

Le protagoniste dei dipinti a olio su tavole di legno di Joanne Nam sono giovani ragazze, addormentate o sognanti, immerse in una foresta buia e selvaggia, materializzazione surreale delle loro inquietudini. Una palette di colori plumbei definisce gli sfondi, sui quali spiccano i riflessi di luce e gli incarnati lunari delle donne. Le opere di Joanne hanno un tocco classico che ricorda i preraffaelliti e in particolare il famoso dipinto di John Everett Millais che ritrae l’annegamento di Ofelia, la fidanzata di Amleto.

L’artista racconta di trarre ispirazione dai ricordi della propria infanzia in Corea, trascorsa in una zona rurale nei pressi di una foresta lussureggiante e selvaggia, la stessa che ritroviamo nei dipinti.

“Non sogno molto, ma quando accade, spesso sono sogni spaventosi. Mi piace dipingere o disegnare appena mi sveglio da questi sogni perché amo la sensazione emotiva che li accompagna e voglio conservarla anche da sveglia. Questo tipo di emozioni sono le stesse che provavo quando ero bambina e sono per me una fonte di ispirazione. Mi piace riviverle. La mia intenzione non è quella di rappresentare incubi, ma piuttosto di esprimere l’idea che le sensazioni legate al mistero hanno qualcosa di stranamente bello e attraente.”

Joanne, vero nome Seohyun Nam, è nata a Seoul, in Corea del Sud. Da adolescente si è trasferita in USA con la famiglia. Ha frequentato l’Art Center College of Design di Pasadena, in California, e ora vive e lavora a Los Angeles. Tra le sue passioni ci sono i film horror e tra i suoi artisti preferiti Lucien Freud e Sandro Botticelli.

Seguitela sul suo sito personale e su Instagram.

Art director e web designer, diplomato in scenografia con esperienze di teatro, fumetto, animazione, illustrazione e scultura. Scrive per Picame dal 2015.

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