L’ironia come arma di riflessione di massa: l’intervista a Mister Thoms

Diego della Posta, a.k.a. Mister Thoms, è un artista romano che critica le masse attraverso i suoi personaggi buffi e, a colpi di bomboletta e ironia, induce a riflettere sui temi d’attualità. Reduce dalla sua ultima personale presso l’Aurum di Pescara – organizzata da Pepe Collettivo – dal titolo “POST mortem”, lo street artist ci racconta i retroscena del suo lavoro e del suo personalissimo pensiero sui social network in rapporto alla società contemporanea, tema cui la mostra è dedicata.

Classe 1979, Mister Thoms ha iniziato a dipingere in strada nel 1996 ed è attualmente uno dei più noti street artist italiani. Personaggio poliedrico che padroneggia anche la grafica e la pittura, giocando con colori vivaci e forme geometriche combinandole insieme, basa la sua ricerca su messaggi da veicolare attraverso l’ironia e il sarcasmo. Le pareti su cui lavora esercitano un’influenza diretta sul suo soggetto.

Ciao Mister Thoms, iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai?
Ciao, mi chiamo Diego, in arte Mister Thoms, e sono uno street artist presente sulla scena romana da più di vent’anni.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Sono sempre mutevoli e non so mai da quale fonte arriveranno: il più delle volte da qualcosa che ho letto; altre volte invece anche solo da una parola-chiave all’interno di una conversazione che ricollego a un concetto e che subito visualizzo come un’immagine nella mia mente; spesso dalla quotidianità o dai miei stati d’animo, ma in generale dalle vicissitudini stesse della vita, dalle quali alla fine cerco sempre di tirare fuori l’aspetto ironico, quasi come fosse un antidoto per non rimanerne soggiogato. Per quanto riguarda le opere in strada, in particolare, il più delle volte è il posto stesso a darmi l’idea.

Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Os Gemeos (writers brasiliani), Dran, geniale illustratore e street artist francese e sicuramente Smithe, mostruoso pittore messicano.

Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.
Da anni uso entrambi, non posso fare a meno di disegnare su carta, per questo colleziono sketch-book a cataste sui quali inizialmente fermo le idee. Prediligo sicuramente la parte creativa schizzata in analogico, solo in seguito quando ho un’idea di base, passo al computer e la definisco con la tavoletta grafica. Oggi lavoro con una Wacom Cintiq e davvero non ne potrei fare a meno.

Visto il tema della tua ultima mostra, secondo te quanto è importante per un artista la presenza sui social media?
Oggi direi che è fondamentale, soprattutto per quegli artisti che vivono isolati e non hanno la possibilità di avere contatti con le grandi realtà lavorative e artistiche nel mondo. In questo caso la rete è l’unica possibilità di far conoscere il proprio talento attraverso i propri lavori, creando così opportunità di lavoro e collaborazioni.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Un’agenda, un paio di occhiali, gocce per gli occhi, un mouse, una tastiera, uno sketchbook , matite e pennini, una molletta, un adesivo, una teiera con una tazza, due monitor di cui uno è la tavoletta grafica ,il mio portafoglio, il telefono, una penna usb e la Micro Sd della macchina fotografica.

Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro l’anno?
Sono sincero, non ambisco a nessun progetto lavorativo per questo anno, piuttosto preferirei si realizzasse qualche bel progetto artistico innovativo, anche tralasciando l’aspetto commerciale.

Se non fossi un artista, chi saresti?
Se non fossi un Artista non sarei IO.

Trovate la sua bio qui e i suoi ultimi lavori qui.

Curatrice indipendente, laureata in Architettura. Dal 2012 dedica la sua ricerca al rapporto tra arte e città. Scrive per Picame dal 2019.

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