Parolacce e imprecazioni diventano scritte luminose da appendere alle pareti: intervista a “Insulti Luminosi”

Tra una pandemia e una guerra, tra tristezze e fastidi, tra difficoltà della vita lavorativa e quotidiana, Gabriele per esprimersi ha scelto delle “scritte brutte che però si illuminano”, e che non le mandano a dire!

Ha raggiunto la celebrità su Instagram grazie alle sue scritte luminose non esattamente convenzionali. Frasi e parole legate a doppio filo con il linguaggio delle nuove generazioni, che raccontano chi siamo e che periodo storico stiamo attraversando. Incuriositi abbiamo voluto indagare meglio cosa e chi si cela dietro al progetto, ecco cosa abbiamo scoperto.

Ciao e benvenuto su Picame! Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e cosa fai.
Ciao a tutti, sono Gabriele, nasco cresco e corro a Milano dove in tenera età mi improvviso graphic designer ma senza realmente studiare. Da allora faccio scrittine, di qualsiasi genere e in qualsiasi forma, collaborando con più clienti come illustratore. Dopo il “colpo di fortuna” con Insulti Luminosi mi sto dedicando solo a quello, non senza “rancore e sudore”. Dietro Insulti Luminosi per ora ci sono solo io, con il preziosissimo aiuto di qualcuno. Poi si vedrà.

Quando, come e da dove nasce l’idea di Insulti Luminosi?
Come tutte le cose migliori (o forse no) è stata un’idea nata per caso. Difficilmente riesco a stare con le mani in mano e altrettanto difficilmente le uso per fare cose utili ma l’anno scorso ho creato il primo “insultino” LED per la mia ragazza. Tralasciando il fatto che nel frattempo sono tornato single, le era piaciuto molto. Con il mio coinquilino abbiamo iniziato a farne un po’, anche se non svelerò l’idea originale perché non si sa mai. Lui ha poi preferito la strada di un lavoro vero, io da buon milanese ho fatturato. Ed eccoci qui. Per darvi una data e un luogo: estate ’21, Lambrate. 

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Se le tipiche frasi motivazionali hanno in genere un tono da boomer, gli “insulti” invece sembrano andare molto di moda, specialmente tra le nuove generazioni. 
Più che insulti veri e propri mi sembra vadano di moda la sana autoironia e il sarcasmo. Le nostre madri appendono insegne “live, love, laugh”, noi usiamo un po’ di cinismo per superare le brutture del tran tran. E alla fine ridiamo tutti uguale. Sicuramente non è un caso che le scrittine seguano questa corrente, è assolutamente in linea con ciò che sono io. 

Come nasce un Insulto Luminoso?
Dopo l’idea, o la richiesta, sfodero i miei guanti da lavoro e la mie doti artistiche. Si parte dal pannello di plexiglas dove disegno la traccia per l’intera scrittina luminosa. Il tutto accade (ancora) nel mio soggiorno. Ma ci sto lavorando.

Hai delle fonti di ispirazione?
Diverse direi. A partire dalle persone che ci seguono e ci scrivono messaggi, il mondo intero è una potenziale ispirazione. Comunque sempre qualcosa di simpatico. 

Qual è il lavoro a cui sei più affezionato?
Personalmente mi sento di dire “CHE FATICA RAGA”, perché sì raga, che fatica! Ma come filosofia di vita che descriva il progetto è a pari merito con l’insultino di punta, lo “STICAZZI” luminoso. Entrambi sono stati tra i primi e tutt’ora spingono forte, anche per il discorso sull’ironia di prima. 

Progetti per il futuro?
Scampare dalla maledetta povertà. Sicuramente c’è tanta carne sul fuoco ma preferisco essere un po’ schivo, non si può svelare troppo. Ci vedrete sempre di più (sperem).

 

Dal 1990 cresce a pane e parole, si laurea in Cinema e dal 2016 lavora come content editor per la televisione. Ama la creatività in tutte le sue forme e vuole farne il suo stile di vita.

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