Size Doesn’t Matter | Pupille giganti, lattine e arte fuori dal sistema secondo My Dog Sighs

da | 3/05/2019 | Arte, Street Art

Size doesn’t matter è la rubrica che racconta di forme di arte urbana che non prevedono l’uso di grandi superfici ma richiedono invece un’attenzione per il dettaglio e una vista particolarmente acuta.

Come nel caso dell’artista inglese My Dog Sighs, che ha collaborato con l’illustratore Curtis Hylton al festival più di spicco della scena anglosassone: l’UpFest di Bristol. L’artista di Portsmouth è divenuto celebre per i suoi caratteristici occhi i cui tratti anatomici vengono alterati. É facile scorgere così nelle pupille, che si stagliano quasi sempre su sfondi ipercolorati, le sagome dei personaggi o gli skyline del luogo in cui l’artista opera.

Ma esiste un approccio più naif dell’artista ed è ciò di cui vorrei parlarvi in questo articolo. Oltre alle pitture su larga scala infatti, My Dog Sighs raccoglie sporadicamente scatolette, vecchi libri, lattine e li trasforma, restituendoli alla strada con una nuova dignità e un nuovo messaggio. Il fattore che rende unica la sua operazione è il posizionamento di questi veri “objects d’art” in angoli più o meno nascosti della città. Tale gesto si manifesta quale sfida a interrogativi retorici ma non ancora risolti: Cos’è l’arte? Come la si riconosce? É arte solo quello che richiede un biglietto d’ingresso? Implicita è la provocazione verso le forme d’arte precostituite e il sistema declinato da gallerie e musei.

Non a caso al nome di My Dog Sighs viene spesso affiancato quello del Free Art Friday – movimento decennale di cui è fondatore – che prevede la fruizione dell’arte in maniera del tutto gratuita e la strada come punto di scambio e di incontro tra artisti e amatori. Artisti da tutto il mondo, indipendentemente dalla loro quotazione di mercato, spediscono le loro opere e chiedono agli artisti locali di posizionarle per la città. Chiunque passeggiando per le strade del proprio quartiere ne dovesse scoprire una può appropriarsene in maniera del tutto lecita. Gli analisti di mercato la chiamerebbero incontro tra domanda e offerta. Di fatto, il Free Art Friday si configura come uno dei movimenti legati all’arte più liberi e indipendenti in questo momento storico fatto di edulcorazione e speculazioni di varia natura. Lo stesso My Dog Sighs ha confessato di monitorare costantemente l’attenzione dei passanti/fruitori d’arte occasionali, nascondendo le sue lattine ed i suoi cartoncini in luoghi strategici e sempre nuovi delle città che visita. Quindi aguzzate bene la vista, la prossima volta potrebbe capitare nella vostra città!

Curatrice indipendente, laureata in Architettura. Dal 2012 dedica la sua ricerca al rapporto tra arte e città. Scrive per Picame dal 2019.

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