Artisti in Quarantena – Intervista illustrata a Ilaria Urbinati

Torniamo a Torino dove Ilaria Urbinati sta trascorrendo il lockdown insieme al fidanzato (Davide Bonazzi) tra lavoro, rilettura di vecchi libri, yoga e balli scatenati indoor. Il suo tratto delicato, dai contorni sfuggenti, sembra perfetto per descrivere l’aria che si respira in questo periodo. Ilaria ci mostra la realtà come se tra noi e il mondo ci fosse un vetro smerigliato che rende tutto più luminoso, accogliente e “protetto”. Non è forse questa la più bella sensazione che si possa provare?

IDENTIKIT
Nome e cognome: Ilaria Urbinati
Data di nascita: 29/08/1984
Professione: illustratrice
Luogo di quarantena: Torino
Sito web: ilariaurbinati.com
Instagram: @ilaria_urbinati
Approfondimenti: Ilaria Urbinati: raccontare le emozioni con l’acquerello

Con chi stai trascorrendo la quarantena?
Con il mio fidanzato Davide Bonazzi.

Come è cambiato il tuo modo di lavorare?
La mia quotidianità è cambiata poco, lavoro sempre da casa, sempre nel mio studio nel salotto/living/cucina. L’unico cambiamento forte è stato il passaggio alla didattica online per lo IAAD dove insegno Progettazione Grafica. È anche stato difficile mantenere la concentrazione sopratutto all’inizio con l’affollarsi delle notizie.

Il tuo angolo di casa preferito? 

Cosa ti manca maggiormente in questo momento?
Mi manca moltissimo non potermi muovere nello spazio in maniera serena: camminare, prendere un treno, poter semplicemente fare un giro fuori quando mi va. Da freelance ho sempre avuto modo di andare e venire quando mi pareva senza le costrizioni di chi lavora in ufficio (consegne permettendo…) e mi manca davvero tanto.

Cosa fai per tirarti su di morale quando sale lo sconforto?
Ri-leggo qualche libro che so che mi piace e mi conforta (ho riletto Harry Potter e l’Ordine della Fenice durante la quarantena) e metto su musica un po’ tamarra e ballo in casa.

Un album da ascoltare in quarantena?
Ho ascoltato tantissimo “Afterhours” dei “the weeknd” mentre facevo yoga.

Un film o serie da guardare?
Per chi non l’ha vista e bisogno di spazi aperti da guardare (io tantissimo) consiglio su Netflix “Anne with an E” che è davvero meravigliosa.

Un libro da leggere?
La tregua” di Primo Levi (ebbene sì) un libro più leggero e speranzoso di quanto si creda. Invece per chi si sente giù un libro che adoro e che fa molto ridere “Il più grande uomo scimmia del pleistocene”  un classico della letteratura ironica e intelligente.

Un artista da scoprire?
Victoria Semykina!

Cosa imparerai da questa esperienza?
Mai dare per scontato niente! E poi che tutti abbiano le nostre fragilità e che dobbiamo vivere con loro in equilibrio, senza negarle e senza esserne sopraffatti.

Quale sarà la prima cosa che farai quando l’emergenza sarà rientrata?
Quando saremo più tranquilli (qui a Torino siamo ancora un po’ in alto mare nel momento in cui scrivo) credo che per prima cosa farò un lunghissimo giro in bicicletta e mi prenderò un gelato. Mi manca la libertà di muovermi nello spazio più di qualsiasi cosa.

Designer e art director, è fondatore e direttore di Picame dal 2008 e co-fondatore di fargostudio.com, agenzia specializzata in design e comunicazione.

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