Uno scheletro come alter ego per sdrammatizzare sui problemi della vita: intervista illustrata a Daniele Vicentini

da | 1/06/2020 | Illustrazione

Il protagonista dei disegni di Daniele Vicentini è un personaggio controverso: uno scheletro col cuore spezzato, che fuma e beve. Un alter ego dietro la cui maschera va in scena lo scetticismo più schietto, una specie di Caronte “sputasentenze” che ci traghetta nelle pieghe più buie del nostro animo.

Il teschio è il classico monito figurativo del memento mori, utilizzato da sempre nell’arte per ricordarci la brevità della vita. In altri casi rappresenta lo spirito dell’uomo, la saggezza e l’annuncio di un cambiamento. Daniele utilizza quest’ultima accezione, aggiungendoci un tocco di ironia che tramuta ogni disegno in un aforisma illustrato che ci ispira un modo diverso di porci di fronte ai problemi esistenziali, spingendoci verso la positività. Tra i tanti un precedente storico illustre è sicuramente James Ensor, che dipingeva scheletri e maschere carnevalesche per criticare l’ipocrisia della società borghese del suo tempo.

L’intenzione “moralista” di Daniele è stata giudicata per il verso giusto, visto il ragguardevole seguito di followers che si è conquistato. È arrivato il momento di scoprire di più su di lui nell’intervista che mi ha rilasciato, seguita da una gallery di illustrazioni selezionate dall’autore in persona apposta per voi.

Ciao, Daniele. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Sono Daniele Vicentini, ho 25 anni, abito a Ferrara e sono un illustratore e graphic designer da circa due anni. La mia passione per l’arte e per il disegno è iniziata sin da piccolo, ma ho iniziato tardi, quattro anni fa. Sto frequentando l’ultimo anno di studi alla Scuola Comics di Padova.

Come è nato il personaggio protagonista dei tuoi disegni?
Il personaggio è nato all’inizio dell’anno scorso, cercavo un modo per esteriorizzare i sentimenti e il mio pensiero in modo semplice e condivisibile sui social media, come se scattassi un’istantanea di quello che provo o come se scaricassi tutta la mia malinconia imprimendola in un foglio. In sintesi, il personaggio che ho creato è il risultato dei miei errori e delle mie paure, dell’ansia che dominava la mia vita.

Il cuore spezzato che compare spesso associato al tuo personaggio è autobiografico?
Certamente, il cuore spezzato rappresenta il simbolo di continue sofferenze e delusioni. In passato mi sono sentito perso, senza una reale via da percorrere e alla quale dedicarmi. Il disegno è stata la mia salvezza ed opportunità di redenzione dagli errori commessi. Quel simbolo ha lo scopo di racchiudere tutto questo.

“Il personaggio che ho creato è il risultato dei miei errori e delle mie paure, dell’ansia che dominava la mia vita”

Quale tecnica utilizzi?
Uso molteplici tecniche per variare e per non risultare monotono, ma anche per far rimanere il disegno un momento di svago e di sfogo personale. Tuttavia la mia tecnica preferita rimane il digitale per efficenza e velocità. Per le immagini Instagram disegno su iPad mentre per le altre illustrazioni ho un portatile e una tavoletta grafica. Gli schizzi rigorosamente su carta.

Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Il primo è ovvio ma mai scontato, ovvero Vincent Van Gogh, la luna e il segno attorno al mio personaggio sono tratti dalle sue opere. Inoltre è l’artista a cui mi sento di appartenere di più. A seguire c’è Charles Burns, con la sua graphic novel “Black Hole”, che per me è stata una rivelazione sia per visione grafica che per contenuti e punto di vista dark/noir. L’ultimo è Stanislav Osipov, il primo artista che ho notato sul social ed infinita fonte di ispirazione all’inizio della costruzione del mio personaggio.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Dipende dai momenti e dal mood, ma tablet e computer non mancano mai, il telefono, alcune graphic novel, libri, sketchbook vari, pennarelli, china, pennelli, insomma l’armamentario necessario per il mio lavoro.

Cosa hai imparato dall’esperienza del lockdown?
Ho compreso che dentro siamo tutti uguali anche se infinitamente diversi. Ognuno di noi ha piccole e grandi differenze che ci distinguono dagli altri, ma alla fine la base è la stessa. Abbiamo bisogno di socializzare, esprimerci, uscire e avere i nostri momenti di svago. Siamo stati fermi pochi mesi e tutto sta cambiando. Nel mio piccolo ho cercato di far capire a tutti che non siamo poi così diversi gli uni dagli altri e credo abbia funzionato. Notavo sempre più condivisioni e utenti che taggavano altri utenti nei commenti, mi scrivevano sempre più persone per dirmi come questa situazione stesse cambiando la percezione di loro stessi e che i miei lavori esprimevano esattamente quello che provavano. Finalmente dopo tanto tempo in cui mi sono sentito diverso dagli altri ho capito che in tanti provano i miei stessi sentimenti e pensieri, questo mi ha fatto sentite finalmente meno solo.

“Dentro siamo tutti uguali anche se infinitamente diversi. Ognuno di noi ha piccole e grandi differenze che ci distinguono dagli altri, ma alla fine la base è la stessa”

Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Il mio obiettivo è quello di riuscire a mantenermi con questo lavoro, grazie a questa passione che sento dentro e a cui sono infinitamente devoto. Devo dire che ancora non ho trovato una via singola da percorrere, cerco sempre di trovare più opzioni. Un giorno lavoro come illustratore e il giorno dopo come graphic designer. Il sogno nel cassetto è scrivere e disegnare una graphic novel, magari proprio con il mio personaggio come protagonista.

Daniele Vicentini

Art director e web designer, diplomato in scenografia con esperienze di teatro, fumetto, animazione, illustrazione e scultura. Scrive per Picame dal 2015.

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