I pesci umanoidi e la passione per l’oriente di Elena Galofaro Bansh

La società umana come una folla di creature marine antropomorfe è la metafora dell'incomunicabilità, disegnata e animata da un'illustratrice russo-milanese che viaggia per il mondo

L’amore di Elena Galofaro per la cultura orientale non si manifesta, come ci si potrebbe aspettare, attraverso la classica riproposizione di icone e codici stilistici mutuati dall’arte giapponese o dai manga. Il suo stile è invece fedele alla ricerca della propria personalità ed è la sintesi del percorso creativo e delle esperienze maturate nel tempo.

Cresciuta a Milano, si è diplomata alla Scuola Nazionale di Cinema (CSC) di Torino, dove ha studiato Animazione 2D, per poi lavorare come animatrice e character designer. Si è poi trasferita in Giappone per quasi due anni, impegnata in uno stage presso uno studio di animazione di Tokyo. Ora vive a Londra, dove ha frequentato il master in Visual Communication al Royal College of Art, e lavora per clienti come Nature, BBC e Apple. L’abbiamo intervistata per voi.

Elena Galofaro Bansh Picame

IDENTIKIT
Nome Cognome: Elena Galofaro (in arte Elena G. Bansh)
Data di nascita: 24/07/1994
Professione: Illustratrice/Animatrice
Città: Londra/Milano
Sito web: www.elenabanshart.com
Instagram: @elena_bansh

Ciao Elena e benvenuta su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao a tutti! Mi chiamo Elena, in arte Elena Bansh, e sono un’artista italiana nata e cresciuta a Milano, che però ha vissuto/viaggiato in diverse parti del globo (Giappone, Regno Unito, Corea del Sud…). Di mestiere sono illustratrice e animatrice, ma ultimamente preferisco definirmi artista visiva.

Ricordi il tuo primo disegno?
Non il primo in assoluto ma ricordo che quando rividi alcuni dei miei disegni di quando avevo 3-4 anni ce ne fu uno che mi colpì in modo particolare. Era quello di un’enorme insetto, che ricopriva l’intera superficie del foglio. La maestra, nell’angolo in basso del foglio, aveva scritto ‘un pidocchio’, ah-ah. Un altro ricordo che è la collezione di Pokemon inventati da me, con più di 100 Pokemon diversi. Avevo 6-7 anni.

Elena Galofaro Bansh Picame

C’è uno dei tuoi lavori al quale sei più affezionata?
Ingenuamente direi che sono affezionata a tutti. Fino ai miei 20 anni ho sempre collezionato con estrema cura ogni singolo disegno che ho fatto, catalogandoli tutti. Questo ha portato a coltivare un sentimento un po’ ossessivo verso i miei lavori. Ora sono migliorata ma mi è difficile dire a quale sia più affezionata… Probabilmente la collezione di ritratti delle mie amiche in Giappone, chiamata anche Out of the Shell, è di grande importanza per me.

La tua tecnica è ancora quella del disegno a mano libera, integrata poi col colore digitale?
Si, sempre quella. Purtroppo (o per fortuna) non riesco più a disegnare bene su tablet. Mi sembra sempre che il segno risulti troppo ‘pulito’ e non abbastanza espressivo. Nonostante mi sia formata inizialmente come animatrice 2D usando solo software come Photoshop, Toon Boom Harmony etc.

Elena Galofaro Bansh Picame
Lo sketchbook di Elena

Hai qualche altra passione o sogno nel cassetto?
Viaggiare e mangiare. Mi piace molto provare piatti nuovi e cercare ristoranti interessanti, soprattutto quando viaggio in Asia. Riguardo ai miei sogni nel cassetto… penso di averne anche troppi, e troppo ambiziosi. Forse riuscire finalmente a finalizzare una storia sui miei pesci umanoidi ed illustrarla, magari sotto forma di graphic novel. Un altro sogno che ho è quello di viaggiare in posti nuovi e trarne ispirazioni. Al momento sto contemplando la Tailandia o la Mongolia.

C’è un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Credo mi sarebbe piaciuto incontrare Utagawa Kuniyoshi per capire meglio le dinamiche dietro i suoi lavori così fantasiosi. Per quanto riguarda il presente, vorrei conoscere Watanabe Naomi (una modella/comica giapponese) e collaborarci! Poi ovviamente mi piacerebbe incontrare tutti i miei artisti preferiti.

Elena Galofaro Bansh Picame

Puoi dirci su cosa stai lavorando in questo periodo?
Ultimamente sto finalizzando la mia lezione per Domestika, che spero uscirà tra Giugno e Luglio. Ho giusto finito le riprese qualche giorno fa. Un’esperienza incredibile! In più sto lavorando ad un paio di progetti per brand di moda.

In precedenza hai definito le atmosfere oniriche dei tuoi disegni un mondo “dove nessuno è mai pienamente umano, e nessuno è mai pienamente compreso”. Come è nata l’idea di coinvolgere il popolo del mare?
Ho iniziato a sviluppare questa poetica mentre ero in Giappone, anche se inconsciamente. Il Giappone è un arcipelago ed ha una vastissima cultura basata sul mare e sulle creature che lo abitano. Lì ho iniziato a disegnare tanti pesci, che sono poi diventati characters e raffigurazioni un po’ grottesche di persone che incontravo per strada. Durante il mio Master in Visual Communication alla Royal College of Art, ho iniziato ad indagare sul perché disegnassi esseri non propriamente umani. Sono arrivata così alla conclusione che il non potermi esprimere bene in Giappone ha creato una barriera comunicativa tra me e chi mi circondava, trasformando tutti in creature fantastiche. Non capire cosa gli altri mi dicessero, o semplicemente non capire le emozioni e le intenzioni di chi mi circondava (e mi circonda tuttora in qualsiasi città del mondo) ha dato origine alla mia poetica. Anche io sono non-umana per te che mi stai leggendo!

Elena Galofaro Bansh Picame

Sei russo-milanese, hai vissuto in Giappone e Corea del Sud, adesso a Londra… Ti senti anche tu un po’ aliena?
Si, però è una sensazione piacevole. Mi piace entrare in contatto con culture diverse e cercare di capirle. Forse il fatto che sia cresciuta in un ambiente estremamente multi-etnico mi ha dato una spinta in più.

Ultimamente le tue creature marine stanno in buona compagnia con i loro cugini terrestri. Si sta allargando la platea dell’incomunicabilità o possiamo sperare in un esperanto comune?
Sto cercando di ampliare di più le mie tematiche, tuttavia le creature marine restano al momento le mie preferite! Ultimamente ho anche interesse verso rane e anfibi. Non so ancora esattamente perché, ma in Corea sento che le persone sono più anfibi che pesci, quindi credo che la comparsa di altre creature sia dovuta al fatto che ultimamente ho viaggiato molto in Corea del Sud. Per quanto riguarda l’Inghilterra al momento non ho ancora avuto alcuno stimolo artistico… forse perché vedo l’Inghilterra più come ad un posto in cui lavorare, che ad uno in cui venire ispirata. Non credo resterò in Inghilterra ancora a lungo.

Elena Galofaro Bansh Picame

Hai condensato i tuoi lavori degli ultimi due anni, compresa la tua tesi di laurea del Royal College, nel libro “Behind the fish head”: è un modo per mettere un punto alla tua carriera e alla tua vita e iniziare un nuovo percorso?
Credo sia stato un modo per definire chi sono come artista. Volevo raccogliere tutti i miei lavori e condividerli con il mio pubblico. Postare un’immagine online non ha lo stesso impatto visivo che vederla stampata su un libro. In più l’immagine digitale tende a svanire nel tempo, sommersa da nuovi ‘post’. Volevo che tutto il mio lavoro, la mia esperienza, i racconti dietro alle mie illustrazioni, riemergessero dalle profondità del digitale e che fossero custoditi dentro un libro. Per questo il mio art-book si intitola ‘Behind the Fish Head’.

Hai anche pubblicato il tuo diario giapponese del 2018, ce ne vuoi parlare?
Certo! ’Watashi to Karera – Me and Them’ è un diario che ho iniziato a scrivere non appena mi sono trasferita a Yokohama, in Giappone, nel 2018. All’epoca mi trasferii in Giappone per studiare la lingua alla Yokohama Design College. Questa scuola dava anche l’opportunità di partecipare a lezioni extra come quella di disegno. Io ero già di livello abbastanza avanzato, quindi il mio insegnante mi disse solo di disegnare ciò che volessi. Quindi durante quelle sei ore a settima mi focalizzai soltanto sulla stesura del mio diario giapponese. Con questo progetto vinsi anche un premio a scuola! Purtroppo il diario non ricopre la mia intera permanenza in Giappone, ma sicuramente parla dei momenti più emozionanti che sono i primi mesi della mia vita giapponese, delle prime amicizie, la mia casa, il supermercato… Le ultime pagine del diario poi sono molto personali, e disegnate sotto forma di fumetto. Non avevo propriamente in programma di stampare ‘Watashi to Karera’, ma siccome avevo già più di 60 pagine pronte ho deciso di farlo, insieme al mio art-book. Il risultato finale è stato molto piacevole, ed ho avuto anche molti feedback positivi!

Elena Galofaro Bansh Picame
Copertina per il progetto The Milaneser
Elena Galofaro Bansh Picame
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Elena Galofaro Bansh Picame
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Elena Galofaro Bansh Picame
Copertina per la rivista Nature
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Elena Galofaro Bansh Picame
Elena Galofaro Bansh Picame
Elena Galofaro Bansh Picame
Art director e web designer, diplomato in scenografia con esperienze di teatro, fumetto, animazione, illustrazione e scultura. Scrive per Picame dal 2015.

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