Illustrazioni in stile orientale per affrontare con delicatezza temi psicologici: Harriet Lee-Merrion

Atmosfere rarefatte e tonalità diafane caratterizzano l’evocazione di un immaginario dai tratti orientali, in bilico tra inconscio e realtà.

Se pensate che questa artista sia di origine giapponese vi sbagliate: Harriet Lee-Merrion è un’inglese doc. I suoi lavori sono un mix tra illustrazione concettuale e arte tradizionale giapponese, in particolare quella delle stampe ukiyo-e, caratterizzate da un segno sottile, dall’uso ricorrente dell’assonometria e dai tratti orientali dei personaggi rappresentati.
Le sue esperienze lavorative l’hanno portata a confrontarsi spesso con temi psicologici che sono perfettamente congeniali al suo stile onirico. Anche nei progetti personali i protagonisti sembrano vivere in un mondo a parte, come fossero sospesi nel tempo.

– Leggi anche: Intervista a Ilenia Manfroni, illustratrice dal segno orientale

harriet lee-merrion picame

Per realizzare le illustrazioni Harriet si affida ancora a carta, penna a china e colori a tempera utilizzando la tecnica del gouache. Il tutto viene poi rifinito digitalmente.
Dopo essersi laureata in illustrazione alla Falmouth University ora vive e lavora come freelance a Bristol, dove lavora prevalentemente in ambito editoriale per testate come The Guardian, The New Scientist, The New York Times e altre ancora. In questa video-intervista potete conoscere il suo percorso e apprezzare la sua tecnica. Per tutto il resto visitate il sul sito e seguitela su Instagram.

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Google doodle realizzato per celebrare i 197 anni dalla nascita di Elizabeth Blackwell, la prima donna a laurearsi in medicina, che esercitò la professione negli Stati Uniti d’America, diventando così un esempio pionieristico per tutte le altre future donne medico.

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Illustrazione ispirata a “La camera di sangue” di Angela Carter.

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Art director e web designer, diplomato in scenografia con esperienze di teatro, fumetto, animazione, illustrazione e scultura. Scrive per Picame dal 2015.

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