Dimitri Daniloff

Gli occhi di Angelina Jolie, le labbra di Scarlett Johansson e il sorriso di Julia Roberts sono lì su una mensola del bagno ad aspettarmi, come di consueto, dopo una sciacquata al viso. Ricostruirsi come LEGO, sulla base di una chirurgia plastica alla portata di tutti. Una caccia al tesoro, o forse solo al proprio cranio, tra i ripiani di un supermercato. Corpi gonfiati ad elio e supereroi da psicanalizzare. Tutto questo fa parte dell’ossessione di Dimitri Daniloff per la fotografia.

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Vestire alla marinara e raccattare abiti scampanati, con un paio di euro in Senigallia, per manifestare la nonchalance dell’eleganza vintage. Crema e caffè, sebbene invernali, colorano chemisier accarezzanti pelli anemiche. Questo, il significato del vento. Al di là di quell’esposizione dal sapore preistorico, matrone del mercato improvvisano slogan accattivanti, impossibilitando il rifiuto. Respingere la consapevolezza di un’acquisto vano, per il puro piacere di spendere. Scopro di non poter sopportare l’idea di un futuro benestante, nel momento stesso in cui l’edicolante riesce a strapparmi una ventina di euro, un martedì pomeriggio qualunque. Mi piace scrivere, ma solo se quando lo faccio non dico cose interessanti. Mi chiamo Cecilia ed ho dei bei capelli.

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