Intervista a Joey Guidone, vincitore del Concorso per Illustratori 2018 di Tapirulan

È sempre un piacere per me parlarvi di Joey Guidone, un illustratore il cui percorso si è incrociato più volte con quello di Picame, come ho già avuto modo di raccontare qui. A partire dal 2013, quando insieme abbiamo lavorato al calendario dedicato a Fausto Coppi, la carriera di Joey ha subito un’impennata che lo ha portato nel giro di pochi anni a collaborare con svariate realtà editoriali e brand e a collezionare un gran numero di riconoscimenti internazionali.

La sua ultima soddisfazione professionale risale a pochi giorni fa quando, nella suggestiva cornice della Centro Culturale di Santa Maria della Pietà a Cremona, è stato proclamato vincitore assoluto della XIV edizione del Concorso Internazionale per Illustratori Contemporanei indetto da Tapirulan, alla presenza di Guillermo Mordillo e di tante personalità del mondo dell’editoria e dell’illustrazione. Per me è stata l’occasione di rivederlo e di poterci scambiare quattro chiacchiere che ora voglio condividere con voi insieme ad una selezione dei suoi ultimi lavori.

Ciao Joey, bentornato su Picame. Per chi ancora non ti conosce vuoi raccontarci chi sei, da dove vieni e che cosa fai?
Ciao Picame, sono davvero contento che le nostre strade si siano di nuovo incrociate. Quando ci siamo conosciuti mi avete assegnato il mio primo vero incarico, l’inizio della mia carriera professionale. Per rispondere alle tue domande: mi chiamo Joey Guidone, sono un illustratore freelancer di 33 anni, vivo in un piccola città, Ivrea, ma lavoro per le grandi testate, soprattutto americane.

Rinnovo i complimenti, che ti ho già fatto di persona, per la vittoria di quest’anno. La tua illustrazione “LITTLE CASTAWAY” ha ricevuto il premio più importante, quello della critica. Vuoi raccontarci come ti è venuta l’idea?
Sono uno a cui piace mettere le cose secondo un certo ordine, e a essere onesti il tema del caos mi ha messo in difficoltà. Mi piaceva l’idea di rappresentare il caos attraverso il mare in tempesta, ma per farlo l’ho dovuto ‘intrappolare’ tra forme geometriche regolari, come quelle di una piscina. Ho giocato quindi sul paradosso di un mare calmo e di una piscina tumultuosa.

Little Castaway, opera vincitrice del concorso CAOS

Ora ti aspettano una mostra personale e un posto d’onore nella giuria della prossima edizione del concorso. Come vedi il fatto di essere tu a dover giudicare il lavoro di altri colleghi?
È la prima volta che vengo invitato in una giuria e credo sarà faticoso. Però credo anche di essere pronto, e che mi divertirò molto. Per cui, in bocca al lupo a tutti i partecipanti!

Oggi sei un illustratore affermato ma il tuo percorso non è stato sempre in discesa. Nel 2013, quando ci siamo conosciuti, stavi attraversando un momento di crisi creativa.
In effetti dopo i miei studi artistici ho avuto il timore di non poter vivere di sola illustrazione, per cui l’ho abbandonata per qualche anno ed ho intrapreso altri studi per trovare un lavoro ‘vero’. Ma dopo qualche anno ho capito che era arrivato il momento di abbandonare queste paure, e ho deciso di provarci per davvero.

Il tuo stile negli anni si è affinato ma è rimasto sostanzialmente invariato: già dai tuoi primi lavori emerge una certa maturità del tratto ed un approccio concettuale all’illustrazione. Come ci si distingue in un panorama in cui sembra che tutte le strade siano già state percorse?
Io credo che l’obiettivo di un illustratore non debba essere quello di doversi distinguere a tutti i costi. All’inizio sarà inevitabile essere simile a tanti altri, ma non è necessario costruirsi artificiosamente uno stile. La personalità e lo stile di un autore emerge naturalmente attraverso la pratica dell’illustrazione stessa. Prima di cercare uno stile credo sarebbe meglio sapere bene che cosa si vuole raccontare, lo stile viene di conseguenza.

Il 2018 di Joey Guidone in 3 lavori. 
Message From Marx, copertina di Internazionale. Avevo sempre desiderato di poter lavorare ad una delle loro copertine e quest’anno il sogno si è avverato.

Upside-down World, commissionato dal settimanale Die Zeit. Anche se non è una delle idee più originali, la trovo un’immagine equilibrata a livello compostivo e prospettico, funziona bene.

Serie Books of the Year per The Economist. Il 2018 è stato caratterizzato da diversi incarichi “corporate” dove non ho avuto la possibilità di sviluppare le mie idee come avrei voluto. Dopo diversi mesi ho avuto modo di poter lavorare finalmente ad un progetto che mi rappresenta, e che mi ha restituito una certa libertà espressiva.

Un obiettivo lavorativo che vorresti raggiungere entro un anno? 
Per il 2019 ho scelto di dare la possibilità di acquistare poster e opere non firmate a costi contenuti grazie al servizio di Society6. Detto questo, da alcuni mesi sto collaborando con Pixtura, un’azienda locale, per lo sviluppo di una nuova piattaforma online per la vendita di stampe artistiche firmate e numerate. Ho scelto di collaborare con una realtà locale per aver modo di conoscere personalmente le persone con cui lavorerò, per toccare con mano le opere verificandone la qualità, e ovviamente per poterle firmare. Questa sarà la mia scommessa del 2019.

Designer e art director, è fondatore e direttore di Picame dal 2008 e co-fondatore di fargostudio.com, agenzia specializzata in design e comunicazione.

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