Arte classica e umorismo si incontrano nelle illustrazioni “neo-pop” di Lillo Ciaola

L'illustratore siciliano spoglia il classicismo dalle sue vesti più serie ed austere e lo proietta ai giorni nostri lasciando poco spazio all'interpretazione e molto all'umorismo

Certe statue dell’età classica appaiono ancora oggi perfettamente attuali nelle espressioni e nei gesti. È a partire da questo dettaglio che Lillo Ciaola ci restituisce la propria ironica visione della società di oggi: Amore & Psiche danzano ma non possono baciarsi perché i loro volti sono coperti delle odiose mascherine, la Venere di Milo rompe le noci con la fronte e il Nano Morgante di Valerio Cioli aspetta la sua cena al fastfood. Abbiamo chiesto a Lillo di raccontarci come nascono le sue insolite illustrazioni.

IDENTIKIT
Nome e cognome: Lillo (Calogero all’anagrafe) Ciaola
Data di nascita: 17 settembre 1986
Professione: illustratore
Luogo di residenza: Gallarate (VA)
Sito web: www.lillociaola.com
Instagram: @lillociaola

Ciao Lillo, benvenuto su Picame! Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao! Sono Lillo. Sono nato in Sicilia dove ho vissuto fino al raggiungimento della maggiore età. Mi sono trasferito a Parma per gli studi universitari e lì ho lavorato come disegnatore 3D per una ditta di costruzioni edili. Dopo qualche anno ho cambiato ambito lavorativo trasferendomi in provincia di Varese. Qui ho continuato a svolgere un lavoro prettamente tecnico. È forse dalla mia esigenza di “evadere” da questo mondo fatto di norme, numeri e protocolli che nasce la necessità di dare spazio alla mia parte più creativa, che coltivo da sempre. Sono un amante del bello, della creatività e di tutto ciò che è una sua manifestazione, sia essa scrittura, fotografia, cinema, arte figurativa. Ammiro chi è riuscito a lasciare il suo segno nel mondo dell’arte e, attraverso il mio mezzo espressivo, l’illustrazione, provo a realizzare qualcosa che possa essere apprezzato non solo per le caratteristiche estetiche ma anche per i messaggi che veicola.

Come descriveresti il tuo stile?
Nelle mie opere utilizzo colori vivaci e passaggi cromatici netti, in modo da porre l’attenzione al soggetto ed all’azione che sta compiendo. Partendo dalla ricerca e dall’approfondimento dell’arte classica, raffiguro in chiave ironica le opportunità e gli inganni della modernità occidentale. Cerco di creare immagini che ad una sola occhiata siano capaci di raccontare un’intera storia, nella quale si possa ritrovare chi la osserva, esprimendo empatia per i personaggi protagonisti della stessa. Cerco di assottigliare il confine fra cultura classica e cultura popolare adottando un vocabolario visivo facilmente fruibile, pur essendo ricco di rimandi alle icone classiche che spesso rimangono relegate soltanto alla conoscenza degli “addetti ai lavori”. Pertanto penso di poter inserire le mie opere principalmente nella corrente neo-pop.

Che tecnica utilizzi?
Realizzo le mie opere in digitale, con pc e tavoletta grafica; successivamente le riproduco in edizione limitata in stampa fine-art, metodologia che prediligo in quanto consente di ottenere un ottimo dettaglio dell’immagine e brillantezza dei colori.

Raccontami un po’ di più dell’idea che c’è alla base dei tuoi progetti. Il contrasto tra classicismo ed età moderna cosa vuole simboleggiare?
Amo ridere e scherzare, non mi prendo mai sul serio. Uso l’ironia ed il sarcasmo, a volte crudo e “cattivo”, come strumento al quale mi appiglio per affrontare anche le situazioni più drammatiche o che comunque mi mettono ansia e paura. Do quindi molta importanza alla componente umoristica della vita, vero filo conduttore delle mie opere, dalla quale non posso prescindere. Ho posto alla base dei miei progetti il lato divertente legato ai contrasti e alle situazioni paradossali. Collocare le opere classiche in un contesto contemporaneo infatti genera, secondo me, automaticamente, la risata. La cultura classica inoltre è sinonimo di bellezza, ricerca dell’equilibrio e dell’armonia. Il fascino delle opere classiche è eterno tant’è che oggi i personaggi classici divengono icone della contemporaneità, fonte di ispirazione e standard di perfezione da seguire. Nelle mie opere voglio simboleggiare anche che la perfezione dopotutto è solo apparenza; quegli dei e dee, re e regine rappresentati nelle splendide sculture, altro non sono che esseri umani come noi, con i nostri stessi pregi e stessi difetti, con i nostri sentimenti, modi di fare e bizzarrie.

Quali sono i temi che ami rappresentare di più? Mi sembra, ad esempio, che anche la pandemia ti abbia ispirato molto.
Mi ispiro alla nostra quotidianità, fatta di piccoli e grandi problemi che ci distraggono o ci torturano, di piccole gioie che regalano un intenso attimo di felicità, di momenti sfortunati e di altri fortunati, di amori ricambiati ed altri disattesi, di passioni, tentazioni, hobby, vizi e virtù. Credo che ogni artista non possa che essere ispirato e condizionato nella sua opera dal suo vissuto, da ciò che vede e da ciò che accade intorno a lui. Nel caso della pandemia ad esempio, per molto tempo i pensieri di noi tutti sono stati monopolizzati dall’inquietudine generata dall’emergenza. Ho usato l’arte per esorcizzare le paure, rielaborando in chiave comica quello che vivevamo in quei giorni.

Mostraci uno dei lavori a cui sei più affezionato.
In quest’opera la medusa di Bernini prova a farsi bella sottoponendosi ad una permanente in grado di domare i suoi “capelli ribelli”. Inganna l’attesa leggendo la rivista patinata “Fashion girl” che cita in copertina e in retrocopertina altre due mie opere facenti parte della serie “Fashion victims”. Sono affezionato a quest’opera perché è stata una delle prime idee che ho avuto sul mio progetto di riportare ai nostri giorni le grandi opere del passato e descrive bene quello che intendo fare nei miei lavori.

Progetti per il futuro?
Su Instagram pubblico spesso le mie opere in associazione ad un brano musicale il cui testo sembra descrivere l’immagine o dare voce ai personaggi. Seguendo questo meccanismo, vorrei organizzare una mostra nella quale, oltre all’esposizione di opere a parete, fossero presenti riproduzioni videomusicali che ripropongono le opere e ne rafforzano il significato ironico. Mi piacerebbe inoltre pubblicare un album di illustrazioni nel quale, insieme alle mie opere, mostro le sculture originali dalle quali sono tratte.

Dal 1990 cresce a pane e parole, si laurea in Cinema e dal 2016 lavora come content editor per la televisione. Ama la creatività in tutte le sue forme e vuole farne il suo stile di vita.

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