L’arte di Pulp Brother è un inno al politicamente scorretto

Dietro lo pseudonimo di Pulp Brother si cela Javier Mayoral, un pittore spagnolo autodidatta, ma solo nel tempo libero. Durante il giorno, infatti, lavora come chef

da | 4/12/2020 | Arte

Non bastasse questo pare che dipinga quattro, cinque pezzi per volta – che, ancora freschi, vengono messa in vendita per qualche centinaio di dollari sul suo shop online – con una produttività che supera di gran lunga quella della maggior parte degli artisti professionisti che ci sono in circolazione.

I dipinti poi sono un agile compendio di fumetto e pop art, solo aggiornato in chiave, appunto, pulp. I temi e i protagonisti sono sempre certi stereotipi middle-class dell’iconografia americana, dal cinema alla pubblicità, solo più discinti e trattati in chiave ferocemente umoristica, con uno stile che a prima vista sembra digitale ma in realtà è frutto di sane pennellate e di un sublime gusto per le atmosfere noir. E non è nemmeno difficile vedere nella sempiterna critica ai valori borghesi emergere qualcuno degli ideali hipster. Lunga vita, Pulp Brother.

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Roberta Zeta
Illustratrice italiana, dopo varie esperienze in giro per il mondo si è stabilita a Los Angeles. Accidentalmente laureata in legge, disegna da sempre, dedicandosi a progetti editoriali e fashion. Scrive per Picame dal 2009.

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