Dietro lo pseudonimo di Pulp Brother si cela Javier Mayoral, un pittore spagnolo autodidatta, ma solo nel tempo libero. Durante il giorno, infatti, lavora come chef.
Non bastasse questo pare che dipinga quattro, cinque pezzi per volta – che, ancora freschi, vengono messa in vendita per qualche centinaio di dollari sul suo shop online – con una produttività che supera di gran lunga quella della maggior parte degli artisti professionisti che ci sono in circolazione.
I dipinti poi sono un agile compendio di fumetto e pop art, solo aggiornato in chiave, appunto, pulp. I temi e i protagonisti sono sempre certi stereotipi middle-class dell’iconografia americana, dal cinema alla pubblicità, solo più discinti e trattati in chiave ferocemente umoristica, con uno stile che a prima vista sembra digitale ma in realtà è frutto di sane pennellate e di un sublime gusto per le atmosfere noir. E non è nemmeno difficile vedere nella sempiterna critica ai valori borghesi emergere qualcuno degli ideali hipster. Lunga vita, Pulp Brother.
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