GIULIA BRAVO INTERVIEW

da | 17/05/2010 | Fotografia

Quanti anni hai, da dove vieni e dove vai…
Ho 24 anni e sono nata Udine, città in cui sono al momento ancora bloccata con la speranza di andare presto altrove, possibilmente verso il buio e gelido Nord.

Se ti chiedono che lavoro fai cosa rispondi?
Vorrei rispondere “architetto”, ma devo faticare ancora un po’ per prendere la laurea specialistica, fare l’esame di Stato, fare la gavetta ecc ecc… Un giorno non molto lontano, comunque, sarà questa la mia risposta e non vedo l’ora.

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Translations along the post.

Cosa ti ha portato ad essere la persona che sei?
Giustamente e, forse, banalmente, il sostegno continuo di chi mi sta vicino. Sono però sempre più convinta che abbiano avuto un’importanza cruciale tutte quelle persone e quelle esperienze che hanno avuto un ruolo tutt’altro che positivo nella mia vita. Mi hanno insegnato che le cose a volte vanno al contrario e che, alcune volte, è il caso di mostrare i denti. E non per sorridere.

Cosa ti ha portato ad essere la creativa che sei?
Le mie attuali passioni che sono principalmente l’architettura, la fotografia e la musica, sono parte di me da sempre. In particolare, per quanto riguarda la fotografia, il primo che devo ringraziare è mio padre, in quanto lui stesso sin da giovane ha sempre avuto questa passione (la Olympus OM-2 che utilizzo è sua), che ha di conseguenza trasmesso a me. Sono stati lui e mia madre a regalarmi la prima compatta digitale e, successivamente, la mia prima reflex.
Coloro che, invece, mi hanno aiutata, a partire dal 2006, a passare dal semplice interesse ad un hobby assai serio, sono in particolare due miei amici, grazie ai quali ho imparato le basi e ho iniziato a sperimentare. Non ho mai seguito un corso di fotografia, diciamo che la teoria l’ho imparata con la pratica, molta molta pratica.

Come descriveresti le tue foto?
Le mie foto raramente sono il frutto di un ragionamento a priori. Se posso, non esco mai di casa senza la macchina fotografica, quindi spesso cerco di fermare degli istanti, delle persone, dei luoghi che in quel preciso istante mi trasmettono delle emozioni. A volte si tratta di avere la capacità di vedere cose che gli altri non vedono, a volte anche di semplice fortuna. Il viaggiare molto, comunque, aumenta la possibilità di incontrare soggetti interessanti. Il fatto di non avere un’esperienza di tipo tecnico forse mi aiuta, perché non possiedo un’impostazione di base che in certi casi potrebbe limitarmi.

Che tipo di macchina fotografica usi? Ti fai aiutare dal computer?
Possiedo molte macchine fotografiche. Quelle che utilizzo di più sono la Canon 350D e la Olympus OM-2 di mio padre. Ho inoltre una passione sfrenata per le Lomo: possiedo una FishEye, una Diana+ e una Holga assieme a una marea di accessori, il tutto generalmente regalato dagli amici che conoscono questa mia mania. Rimanendo in tema di regali, mio zio e mio nonno mi hanno lasciato delle cose assai preziose, che sono una Rolleiflex, una Zorki 4 e una Comet II, ma la mancanza di tempo non mi ha ancora permesso di utilizzarle a dovere.
Non mi vergogno di dire che utilizzo Photoshop, principalmente per sistemare i colori e renderli il più realistici possibile. Per quanto riguarda le foto degli eventi, l’intervento è un po’ più pesante, ma sempre a livello di colori, che in quel caso diventano quasi una firma.

Photos by Giulia Bravo.

How old are you, where do you come from and where do you go..
I’m 24 and I was born in Udine,  where at the moment  I’m still blocked hoping to move elsewhere  soon, possibly towards the dark and cold North.

If  someone ask you what is  your job which is your answer?
I’d like to answer ”architect”, but i have to  work hard a little more to take my specialistic degree, make the state exam, have a period as a beginer etc,etc..however one day, not very far, this will be my answer and I can’t wait for this.

What contribued in creating the person you are today?
Rightly and, maybe, trivially, the continuous suport of those who are close to me. But I’m much more convinced that all the people and all the experience that had a negative role in my life had a crucial importance. They tought me that sometimes, things go in the opposite direction so it is the case of show theeth. And not to smile.

What contribued in creating the creative you are today?
My current passions are architecture, photograph and music, are always part of me. In particular, as regards photograph, first I must thank my father, because himself as a young man had always have this passion (I use its Olympus OM-2),  which has consequently sent to me. He and my mother gave me the first digital compact camera and then my first Reflex. Those, however, helped me , from 2006, beginning from a simple interest in a hobby very serious, are two of my friends,  thanks to them I learned the basis and I started experimenting. I’ve never take a photography course, I can say that I’ve learned teory with practice, so many practice.

How would you describe your pictures?
My photos rarely are the results of a very logical decision. If I can, I never go out of my house without my camera, so I often try to stop moments, people, places that instantly send me emotions. Sometimes it’s the ability to see things that other can’t see, sometimes even simple luck. Travel a lot, however, increases the chance to meet interesting subjects. No have technical experience may help me, because I don’t have basis that in some cases could be a limit.

What kind of camera you use? Are your pictures modified by computer?
I have many cameras. Those that I use frequently are the Canon 350D and the Olympus OM-2 of my father. I’ve also a big passion for Lomo: I’ve a FishEye, , a Diana+ and  Holga with a flood of accessories, all of this is generally give me by friends which know my obsession. Staying on the subject of gifts, my uncle and my grandfather left me a very precious things, a Rolleiflex, a Zorki 4 and a Comet II, but I don’t use them properly cause of the lack of time . I’m not ashamed to say that I use Photoshop, mainly to fix colours and make them as realistic as possible. As regards the events’ photos, the action is a bit heavier, but still at the level of colours that in this case become almost a signature.

Special thanks to Emanuela Culiersi.


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